Il Danubio correva lento. Nessuna
resistenza. Giù verso sud. Il Sud. La nostra Casa. Qua,a sud di questa citta.
Là, al sud nella nostra Terra. L’Italia. Cosa facessimo qui, nemmeno Gesù lo
ricorda. Ma poco importa. I passi dei turisti li vedi diversi da quelli che ci
abitano. Loro sembrano fragili e ricchi. Noi poveri e felici. Non so bene come
spiegarlo. Ma è cosi. Un pomeriggio come tanti. Tardo pomeriggio. Hai poco da
fare quando hai poco da spendere e del tempo da passare. La Ludo aveva il suo
vestito arancio, quello di quando hai davvero freddo. Lana pesante, di quelle
che scaldano anche gli organi e le ossa. Sopra un cappotto verdone. Liscio. Le
gambe rannicchiate sopra il davanzale del finestrone di casa. Il più grande e
con la visuale migliore. Le scale antincendio. Quelle che quando le usi hai
bisogno di correre e non cadere. Di un rosso vivo e scrostato allo stesso
tempo. Davano carattere alla nostra grigia palazzina comunista e lei le
adorava. Una rollata di tabacco buono. Come il vestito della domenica. Stava
lì. Persa nei suoi pensieri. Il freddo non le appannava la mente. Fuori. Sul
pianerottolo di quelle scale carta velina, al primo gradino stava seduto Sisto.
Bello vestito come un vero ometto. Se la leggeva beato .Sotto il sedere dei
fogli di giornale, per non fare ghiacciare il fustagno dei suoi pantaloni.
1984. Era il libro che stava leggendo. A voce alta. Per assimilare meglio. Di
tanto in tanto della cenere svolazzava. Sisto alzava lo sguardo. Nulla. Solo la
sigaretta della Ludo. Nessun fastidio. Solo la speranza in una nevicata di
quelle buone, un motivo romantico per patire quell’aria gelida.
“Mannaggia!Ancoraaa!” Edda. Nell’altra stanza. Un misto di rabbia ,rassegnazione e dolore, al limite della comicità. La nostra lavatrice stava
tirando gli ultimi respiri di una vita fatta di lavaggi e prelavaggi. La
guarnizione perdeva acqua. Roba da cambiarla. Ma per ora Edda si limita a
litigarci tutti i giorni, come una moglie petulante. “Le patate, cazzo. Le patate!”
Un balzo della Ludo. Il mozzicone di sigaretta a mezz’aria. Per la precisione,
in balia dell’aria. E Sisto in balia del mozzicone. La nonna diceva sempre che
per la cucina italiana ci vuole tempo e passione. Forse è per questo che
l’odore di bruciato stava per invadere tutta la casa. La Ludo si era fumata il
tabacco della festa e si è giocata le patate, noi il contorno della cena. Ma
c’è di peggio dicono. Sicuramente sarà cosi.
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